SOTTO QUESTE STELLE BRILLANO GLI OCCHI DEL PREDATORE

Questo set è stato “curioso”. 

E’ uno dei pochi, forse il primo, con un bilanciamento di scatti cinquanta/cinquanta.
Le schede delle tre Nikon hanno ospitato quasi tremila NEF, il formato senza perdita di qualità dell’immagine.
Tremila clic in equa attenzione tra paesaggio ed automobile.
Si sommi la giornata di Sole splendente, la temperatura mite seppur in Gennaio, si sommi l’alzatina di abbandono della cuccia verso le due di notte, le chiacchiere con quel simpaticone di Simone in Autogrill a L’Aquila Est alle quattro, si sommi un viaggio senza neanche un rompicazzo in autostrada con la musica che adoro Voilà (Emma Kok e André Rieu) la SS80 verso Giulianova, i cani pastore risvegliati dalle luci della Sportage mentre con il manto ricoperto di brina dormivano all’addiaccio, l’arrivo sul set con il buio ed il primo clic, imperdibile, del cielo stellato, il lago ed il borgo lontano splendente delle luci e dei riflessi.
Queste immagini sono le emozioni che voglio vivere mentre vado al lavoro.
Senza nessuno in mezzo ai cabbasisi.
Il confort della Sportage.
Chi conosce le mie foto può immaginare la giusta deduzione che io sia, intanto, un esteta, poi che non fotografo la chicchessia.
Per scelta.
Per scelta di interlocuzione e di prodotto.
Se scrivo che guidare Sportage mi è piaciuto è perché ho i miei inflessibili termini di paragone con la concorrenza, intesa come marchio e non solo come modello diretto competitor.
Guidare Sportage in queste due settimane, senza i giretti dell’aperitivo modaiolo, ma per andare a far foto, mi è piaciuto.
Molto, parecchio.
E’ un lavoro ben fatto.
Bello lo stile, bella la dinamica di marcia.
Confortevole e poi “ignorante” quando schiacci e sei in modalità sport.
Su alcune curve in discesa della A24, di giorno e di notte, ho alzato.
Sì ho alzato il destro dove con “altre” tengo giù tutto, impietoso.
Non è che non abbia sentito la macchina, è storia che non volevo far cazzate.
Prudenza professionale, si e la chiamo.
Nessuna rivendicazione di maggior tempo del test drive, la faccia di chiedere non mi manca e non mi mancherebbe, ma direi sia evidente che con la miglior conoscenza del prodotto quelle son curve da fare in pieno.
Un set curioso perché è stato tanto intenso che avrei potuto ritenere di chiudere e tornare a dormire, dopo 150 km, con la levata del Sole quando la luce ha un taglio diverso, più diffuso e contrastato, sugli oggetti, la Sportage.
Cinque gradi fuori ma alle otto e mezza, conclusione dei clic, ero già con la sola felpa.
Vero, “sotto” una di quelle maglie da Everest, calzamaglia, pantalone e scarpone da alpinismo però nonostante il lago, l’aria secca e la percezione della temperatura han suggerito subito di levare gli abiti più pesanti.
Poi sono stato fermo.
Fermo in auto, beato nella apparente immobilità della scena.
Campotosto e Mascioni sono due paesi spopolati da tempo.
Ricordo in altri passaggi da quelle parti, un vecchio quasi dismesso bar, poca luce (fredda che le lampade costano meno) qualche avventore chino sui tavolini per la solita disputa di scopa o briscola. Il caffè amarissimo, quasi stantio, le finestre appannate con rivoli di condensa.
Persone anziane con la birra a portata di mano.
Sono zone con scarso interesse per la politica, sono zone a basso indice di valore voto, così quelle sono persone di serie B, gente che non la fila nessuno, gente abbandonata. Gente che con dignità sopravvive.
Così sto curioso set lo è anche perché per tutto il tempo che son stato lì saran passate tre macchine, un pullman ed un furgone.
Immacolati posti perché abbandonati.
Tristezza sconfinata e gioia di veder il paesaggio con rare tracce di presenza umanoide.
D’estate mi han detto si popoli a dismisura ed a dismisura cresce il pattume lungo le rive del Lago di Campotosto.
Così sto curioso set lo è perché ad un certo punto ho iniziato a far click senza neanche scendere dalla macchina.
Sedile riscaldato, volante riscaldato, finestrini aperti ed il 300 mm a portata di mano.
Un leggero cambio di inquadratura è necessario?
Rotazione del controller e la vettura con delicatezza si muove in quell’area di sosta per raggiungere la posizione migliore per il clic.

Pigro?

No, stavo…
apprezzando la vettura,
cullato dall’altra mia musica preferita. 

Il canto delle Sirene
dello Stretto di Messina.

©lucaromano \ lucaromano.journey ...